Tratto da articolo pubblicato il 04.04.2009 su Il FO' di Romagna, Gruppo Editoriale L'Espresso
Spa
scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini "Assertività per vivere meglio con
gli altri"
Nota deontologica: le informazioni presentate non devono in alcun modo essere considerate a scopo diagnostico e sostituire la
necessità di richiedere una consultazione professionale. Devono pertanto essere intese solo come un contributo conoscitivo sui temi riguardanti la psicologia individuale delle donne e degli
uomini, della coppia e i loro comportamenti sessuali.
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La varietà dei contesti sociali e ambientali in cui una relazione si può dispiegare, insieme alle differenze di
personalità di ciascun individuo, fanno pensare all’esistenza di una tipologia potenzialmente infinita di stili relazionali e comunicativi. Ciononostante, gli atteggiamenti comunicativi possiamo
ridurli (pur consapevoli della forzatura rispetto alla complessità della realtà) in tre tipologie: remissivo o passivo, assertivo o affermativo ed aggressivo. Tutte le persone possono
riconoscersi in una o più di queste categorie che rappresentano i tre stili comunicativi di base. Si tratta in realtà di modalità comunicative e atteggiamenti tanto contigui fra loro da apparire
l’uno la sfumatura e lo sviluppo dell’altro. In poche parole, quando siamo remissivi o
passivi non consideriamo i nostri bisogni per favorire la realizzazione di quelli altrui.
Quando siamo assertivi o affermativi siamo invece capaci di comportarci secondo le priorità che emergono momento dopo momento,
bilanciando la realizzazione dei nostri bisogni nel rispetto di quelli altrui. Infine, siamo aggressivi quando cerchiamo di imporre la realizzazione dei nostri bisogni senza considerare e
rispettare quelli degli altri. Si può essere più o meno remissivi, assertivi o aggressivi a seconda del momento della giornata (mattino, pomeriggio, sera e notte) luogo o contesto sociale (a casa
propria, sul lavoro, a scuola, ecc.) e in relazione a chi ci stiamo rapportando (con il partner, parenti, datori o colleghi di lavoro, amici, ecc.). Essere consapevoli e capire quali sono i
nostri stili comunicativi e gli atteggiamenti relazionali predominanti e con chi più spesso li mettiamo in atto, è un buon inizio per migliorare la qualità dei nostri rapporti.
Infatti gli atteggiamenti comunicativi, una volta riconosciuti come appartenenti al nostro modo prevalente di relazionarci agli
altri, possono essere sostituiti con altri più funzionali, cioè più utili al nostro benessere. Nella maggior parte delle situazioni, fatte le dovute eccezioni, possiamo dire con relativa certezza
che essere remissivi e/o aggressivi è meno funzionale alla nostra felicità, alla nostra autorealizzazione esistenziale e al nostro benessere individuale e relazionale. A questo scopo, è molto
meglio comportarsi affermativamente o assertivamente. Come tutti i comportamenti anche gli atteggiamenti interpersonali e gli stili comunicativi possono essere cambiati attraverso l’apprendimento
di nuove forme più assertive. Il primo passo, come dicevamo, è saper riconoscere quando siamo più o meno remissivi e più o meno aggressivi.
Siamo remissivi o passivi quando: tendiamo a subire gli altri, non riusciamo a dire "no" anche quando
sappiamo che ci potrebbero essere delle conseguenze negative; siamo passivi e non facciamo valere i nostri diritti; proviamo disagio vicino a persone che non conosciamo bene e magari li riteniamo
a priori migliori di noi; facciamo molto fatica a richiedere un favore o fare delle semplici domande; abbiamo difficoltà nel comunicare agli altri le nostre opinioni e i nostri sentimenti; ci
sentiamo insicuri nel prendere decisioni avendo spesso paura di sbagliare e sentendo il bisogno di essere approvati dagli altri; siamo troppo dipendenti dai giudizi altrui ed eccessivamente
condizionabili; ecc. Non è necessario, per riconoscersi un po’ remissivi, centrare tutti questi esempi ne basterebbero alcuni per renderci conto che possiamo migliorarci!
Siamo aggressivi quando: non sappiamo ascoltare e interrompiamo frequentemente il nostro
interlocutore in maniera brusca e alzando la voce; non sappiamo chiedere "scusa" anche quando dentro di noi ammettiamo un errore; decidiamo per gli altri senza prima chiedere il parere ai diretti
interessati; neghiamo anche di fronte all’evidenza dei fatti; tendiamo a giudicare e criticare negativamente gli altri colpevolizzando, inferiorizzando e squalificando; tendiamo a manipolare gli
altri perché si comportino come vogliamo noi; ecc. fino ai comportamenti fisicamente aggressivi e violenti che riempiono tristemente le cronache dei giornali.
Chi, leggendo la lista degli esempi sopra riportati, si riconoscesse più remissivo o aggressivo piuttosto che assertivo, non
pensi d’avere necessariamente dei problemi ma che, con ogni probabilità, potrebbe migliorare il rapporto con se stesso e gli altri.
Siamo auspicabilmente affermativi e assertivi quando: ascoltiamo il parere degli altri con attenzione
cercando di farci condizionare il meno possibile dalle nostre aspettative e pregiudizi; rispettiamo, senza necessariamente accettare o condividere, il punto di vista altrui rimanendo critici e
prendendo decisioni autonome; siamo aperti a rivedere il nostro punto di vista e la nostra opinione quando ci accorgiamo che stiamo sbagliando; siamo in grado di comunicare chiaramente i nostri
bisogni, opinioni, emozioni e sentimenti agli altri; sappiamo riconoscere i nostri limiti e chiedere aiuto e collaborazione; non permettiamo agli altri di manipolarci o di attribuirci etichette
offensive; siamo sinceri ed onesti con gli altri sapendo però usare un vocabolario, un timbro della voce e un atteggiamento rispettosi e non offensivi; non pretendiamo che gli altri si comportino
come faremmo noi nelle stesse circostanze.
La sicurezza di sé nel rapporto con gli altri si promuove (anche) agendo più in maniera assertiva che passiva o aggressiva. Le
persone che si comportano assertivamente appaiono più inclini a vivere una vita serena e qualitativamente soddisfacente di quelle eccessivamente remissive o aggressive. Possiamo imparare a
comportarci e comunicare in modo assertivo, impegnandoci giorno dopo giorno a mettere in atto atteggiamenti alternativi e allo stesso tempo modificando in parte il nostro modo di pensare. Anche
se sembra chiaro a tutti riconoscersi più o meno remissivi o aggressivi, può risultare molto più arduo sapere come fare per sostituire questi comportamenti potenzialmente inutili e nocivi con
altri più utili al miglioramento della qualità della nostra vita relazionale. Per queste ragioni, in certe situazioni, può essere opportuno richiedere il sostegno dello psicoterapeuta
specializzato per realizzare un breve percorso definibile come "training assertivo".
Il professionista esperto e competente può, mediante questionari e test, misurare in maniera precisa ed attendibile quanto, in
quali situazioni e con chi, ci siamo comportati in mondo anassertivo, cioè più o meno remissivo o aggressivo. Una volta ottenuta la "diagnosi" e quantificate le abilità assertive (anche grazie a
un breve periodo di autosservazione) si deciderà cosa fare per maturare quelle specifiche abilità relazionali che sono risultate carenti. Sviluppare abilità funzionali e utili al nostro benessere
personale e relazionale significa, innanzitutto, modificare quel modo di pensare, quando ci rapportiamo agli altri, che può aumentare la probabilità di agire in maniera remissiva e/o aggressiva.
Facile da dirsi, meno facile da farsi.
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